mercoledì 18 agosto 2010

lettera aperta delle donne nigeriane vittime di tratta alle donne italiane

Progetto la ragazza di Benin City Isoke Aikpitanyi

Lo squillo delle "squillo"
di Associazione vittime ed ex vittime della tratta


DONNE ITALIANE, SE A FERRAGOSTO IL CELLULARE DI VOSTRO MARITO SUONA, E’ UNA DI NOI, NIGERIANA, VITTIMA DELLA TRATTA A CHIAMARE. LUI E’ UNO DEI NOSTRI CLIENTI!
Oggi, 15 agosto 2010, noi, nigeriane, vittime della tratta, clandestine, prostitute, ricordiamo che LA TRATTA NON VA IN VACANZA.

Siamo in balia di almeno 10 mila maman che vivono in Italia e prendono i nostri soldi; loro non sono clandestine, non si prostituiscono. Un tempo erano come noi, ma ora no! Legate fra di loro, mettono insieme ingenti somme di denaro. Non è difficile: noi paghiamo a loro 50-60 mila euro e anche di più.

Noi rischiamo il fermo, l’arresto, l’invio in un CIE, il rimpatrio, loro NO, loro sono libere e, se qualcuna di noi le denuncia, loro se la cavano in fretta. Anzitutto perché sono legali, sono italiane, al massimo sono considerate colpevoli di favorire la nostra clandestinità, ma quanto a sfruttarci dicono che ci lasciano in mano parte dei nostri guadagni e si prendono solo i soldi per l’affitto, la luce, il gas, le spese di condominio.

Ognuna di loro ha tante donne e uomini che le aiutano e vivono alle nostre spalle. Le associazioni e le comunità del nostro paese sanno tutto, ma non dicono e non fanno niente. Neanche i pastori delle chiese nere fanno qualcosa, anzi, molti aiutano le maman.
E così anche oggi, per noi, è una giornata di “lavoro”. Sì perché, alla fin fine, siamo considerate e diventiamo soltanto delle prostitute. Ce n’è poco di “lavoro” in giro: oggi i bravi maschi italiani sono in ferie con le loro famiglie e con i loro figli. Dieci milioni di clienti in giro per l’Italia, c’è la crisi, ma loro vanno in vacanza lo stesso.
I più assidui sono passati da noi qualche giorno fa e ci hanno lasciato qualche soldo, chi venti, chi 25 euro, qualcuno addirittura 50, per il nostro “ferragosto”, così facciamo festa anche noi, magari un gelato, poi da lunedì torna tutto come prima.

Ma oggi noi li chiameremo ad uno ad uno questi nostri “clienti”, giusto uno squillo, tanto perché le loro mogli possano interrogarsi e chiedere “ma chi è che disturba anche oggi?” e i mariti siano costretti a far finta di niente. E se qualche donna vorrà verificare il numero che ha chiamato, beh! quello sarà il nostro “numero verde”, il numero di “Joy”, l’amore mio, la bellissima, la fighetta nera dei loro mariti. Siamo comunque qui, anche oggi in strada o nelle case, a disposizione dei maschi più disperati e soli e degli stranieri senza famiglia.

Oggi noi chiameremo al telefono anche tutti i numeri che ci sono stati dati dalle unità di strada, dagli operatori, dai clienti, dai preti, da persone di buona volontà con il suggerimento “chiama qui, vedrai che ti aiutano”. Non ci risponderà nessuno oggi, Ferragosto 2010, anche se la tratta non va in ferie, ma gli italiani sì, e anche le loro associazioni contro i trafficanti e i mafiosi.
Speriamo, allora, che i giornali, le radio, le tv trasformino questo nostro testo di protesta in una notizia di cronaca di questo Ferragosto italiano 2010.

Associazione vittime ed ex vittime della tratta - Progetto la ragazza di Benin City Isoke Aikpitanyi (346 7044126)





Sabato 14 Agosto,2010 Ore: 16:35

FESTA DEMOCRATICA DELLE DONNE

lunedì 9 agosto 2010

Penelope ti invita...SE PENELOPE PIANGE ULISSE NON RIDE



PUBBLICITA' REGRESSO

donne nude, poppe e cosce, i punti forti della pubbicità,
donne oggetto ad uso di marketing

ma i maschi vogliono proprio le donne così? ritengono che le donne siano solo corpo? ce ne parla Domenico Matarazzo del "Cerchio degli uomini";

e le nuove generazioni, le ragazze, vogliono questo modello di donna? ci faremo dire da una giovane studentessa universitaria quanto questo modello influenzi le loro scelte di istruzione e di carriera;

vogliamo ammettere che siamo di fronte ad un grave decadimento culturale a cui tutti ci dobbiamo ribellare e di cui anche la politica ha le sue colpe? cosa possono fare le istituzioni e cosa può fare la politica? ce ne parla Danila Ceva della Consulta Femminile Provinciale.

P.E.N.E.L.O.P.E Donne del ponente per le pari opportunità
www.pardonne.it