domenica 31 ottobre 2010

Ristabilire l'equilibrio fra obiettivi economici, ambientali e sociali. Mercedes Bresso

Mercedes Bresso è il Presidente in carica del Comitato delle Regioni, cioè dell'Assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell'UE.

L'Europa ha bisogno di un'inversione di rotta rispetto al suo passato neoliberista, dichiara la Presidente del CdR in un discorso pronunciato giovedì 6 ottobre 2010. Occorre ristabilire l'equilibrio tra gli obiettivi economici, ambientali e sociali dell'Europa.
Mercedes Bresso ha sottolineato che sarebbe un errore pensare che la crescita economica conduca automaticamente allo sviluppo economico e sociale. "Bisognerebbe smettere di dare quasi sistematicamente la precedenza ai criteri economici su quelli umani, smettere di incoraggiare la mobilità se questa si traduce in un deterioramento delle condizioni di vita o dell'ambiente, smettere di accrescere il grado di sofisticazione dell'ingegneria finanziaria quando esistono delle possibilità per mobilitare il risparmio locale dei privati."
In un parere adottato nella sessione plenaria di questa settimana, il Comitato delle regioni chiede che il PIL pro capite cessi di essere l'unico criterio di assegnazione dei fondi strutturali e propone di utilizzare altri indicatori, con la creazione di un indice ambientale globale e la realizzazione di un'indagine sociale armonizzata, che offrirebbero un'immagine più precisa del "benessere" delle regioni e delle città europee.
"La strategia Europa 2020 è una risposta credibile alle molteplici sfide a cui l'Unione deve oggi far fronte, in particolare quelle della globalizzazione e della crisi. Essa però è ancora nettamente improntata al modello neoliberista che ha imperversato negli anni 2000, con i suoi danni collaterali sull'ambiente e sul clima del pianeta, l'aggravarsi delle disuguaglianze di reddito e dell'esclusione sociale e il deterioramento dei servizi pubblici. L'Europa e la futura politica regionale dell'UE dovrebbero attraversare il Rubicone e lasciarsi alle spalle il neoliberismo", ha aggiunto la Presidente del CdR.

venerdì 29 ottobre 2010

La Costituzione come strumento di democrazia

Gherardo Colombo è un ex magistrato che nel 2007, dopo una lunga esperienza, ha lasciato la magistratura proprio per dedicarsi a far conoscere in giro per l'Italia l'importanza della Costituzione ed il valore delle regole, andando a parlare nelle scuole, partecipando a pubblici convegni, a incontri con i cittadini.
 
Ci sembra che in un momento così difficile per la nostra società sia necessario riflettere tutti e tutte su "l'uguaglianza, il rispetto delle persone, delle regole, valori fondanti della Costituzione" (parole di G.Colombo).
 
Un invito, quindi, a partecipare mercoledì 3 novembre ore 21 presso il cinema teatro Don Bosco di Vallecrosia (IM)
 

domenica 24 ottobre 2010

La mercificazione del corpo


Servire il sushi sul corpo di ragazze nude. Questa la nuova moda che dagli USA sta sbarcando in Europa. Una pratica disapprovata in Giappone (luogo d'origine) e in uso solo in alcuni sexy club. Ora in Occidente in diversi ristoranti "di lusso", il corpo della donna diventa più che mai simbolo della mercificazione estrema ed esasperata.

Quando parliamo di mercificazione del corpo della donna, facciamo riferimento al fenomeno più generale della mercificazione dei valori in atto nella nostra società (globale) su cui si fonda l’attuale sistema economico neoliberista (quando il mercato è lasciato alla sua autoregolamentazione esso conosce solo il valore delle cose e non della persona, diceva Max Weber che non era certo comunista). 

Tale mercificazione di valori (che potremmo definire modello strutturale) è la causa del “particolare” contesto culturale e sociale in cui viviamo (e non viceversa) che si esprime attraverso il sessismo (mediatico o meno), la violenza ed altri fenomeni analoghi di degrado della persona umana (pensiamo al razzismo, allo sfruttamento commerciale sessuale infantile, alla tratta etc., ). Un dato contesto culturale e sociale non ha mai vita propria e non può essere lui la causa di qualcosa. 

Anche storicamente è sempre nato da scelte politiche ed economiche ben precise. Come sappiamo il fatto p.es. che le donne siano tra le vittime prescelte del (più ampio) sistema di discriminazioni nasce dalla loro debolezza economica e sociale dovuta al fatto di essere state sempre utilizzate come esercito di riserva della forza lavoro e quindi nei momenti di crisi espulse dal mercato del lavoro e perciò ulteriormente discriminate.

Purtroppo quando si discute di modelli culturali le analisi economiche restano tabù.

mercoledì 6 ottobre 2010

Il punto nascita a Sanremo


Il piano Regionale della Liguria prevede il taglio dei punti nascita con numero di parti inferiore a 1000, dando una bella ritoccata al decreto originale del 2000 (chiusura dei punti nascita al di sotto dei 500 parti all'anno). Tale taglio interessa anche la nostra ASL che vedrebbe ridotto ad uno solo il punto nascita della provincia (natalità del 2009 pari a  1517 nati, con 878 ad Imperia e 639 a Sanremo).
Certamente è facile capire il clima di ristrettezze economiche con la necessità di razionalizzare le risorse. Ma dall’altro lato possono esserci delle preoccupazioni per avere un reparto di Ostetricia distante 50 Km, distanza tra Ventimiglia ed Imperia, nella eventuale possibilità di unificazione ad Imperia.
Diciamo subito che l’unificazione delle due Ostetricie ospedaliere non è assolutamente certa, anche perchè un unico punta nascita in Provincia, con circa 1600 nascite all'anno, prevede uno sforzo organizzativo ed un investimento di risorse che attualmente la Regione non sarebbe in grado di fronteggiare.
Quindi la probabilità c'è, visto il nuovo Piano Sanitario Regionale, ma si tratta solo di uno scenario possibile.

Qualche buona notizia dal Reparto Ostetricia di Sanremo
Sotto la guida del nuovo Primario Sergio Abate la percentuale dei parti cesarei è scesa quest'anno di circa l'8% in meno, toccando la quota del 32% e scendendo al 26% per i parti  singoli (cioè non gemellari), a termine (cioè non prematuri) e con presentazione fisiologica del feto (cioè di testa).

La partoanalgesia è disponibile 24 h. su 24. Si tratta di una procedura che dovrà essere programmata con congruo anticipo.Il Reparto organizza mensilmente un incontro in Ospedale con la Capo Ostetrica, il Primario e il medico anestesista (il c.d. Percorso formativo) in cui viene dettagliatamente spiegata alle donne cosa è la partoanalgesia, cercando di traquillizzare le gravide sulla assoluta sicurezza della procedura. Per le donne interessate occorre telefonare alla Capo Ostetrica del Reparto ( tel. 0184 536039) e conoscere così le date degli incontri. 
Una nota dolente viene dalla attuale struttura architettonica del Reparto molto vetusta, e dalla mancanza di confort adeguato: stanze con tre o più letti, sprovviste di bagno e doccia. 
A breve ci sarà una radicale ristrutturazione del Reparto, ubicato al II piano del padiglione Borea. 
Durante i lavori la Divisione sarà sistemata temporaneamente al III piano dove sono già previste 6 camere a 2 letti e 2 camere a tre letti, tutte dotate di bagno e doccia, in attesa di una sistemazione definitiva.



domenica 3 ottobre 2010

Partorire in Italia, ovvero.. Sulla nostra pancia

I drammatici casi che si sono verificati nel mese scorso in alcuni reparti di Ostetricia in Italia hanno determinato degli angosciosi interrogativi su cosa significhi oggi partorire nelle strutture pubbliche e private e quali siano le criticità di tale settore sanitario.
La cosa ci riguarda da vicino, come cittadini e soprattutto come donne, per cui cercheremo di riportare dei dati e di analizzarli.
In un’intervista ai giornali L’Unità e Il Fatto Quotidiano , il Sen. Ignazio Marino ha cercato di analizzare la situazione dei punti nascita nel nostro paese.
Innanzitutto ci sono le cifre: 
  • da un’inchiesta dell’Istituto Superiore della Sanità emerge che la percentuale di mortalità materna correlata al parto è pari a 8 su centomila donne in Piemonte ed Emilia, mentre sale a 22 su centomila in Sicilia.
  • la percentuale di cesarei è aumentata in modo spropositato: nel 1980 i cesarei erano l’11% ,oggi 39% in media. In Campania addirittura il 62%. Ricordiamo che il limite di percentuale di cesarei raccomandato dall’OMS è del 15%. 
L’aumento dei tagli cesarei interessa in maniera ancora più marcato il settore sanitario privato.
Il parto cesareo è una procedura programmabile, rapida, che espone a meno rischi il personale sanitario. Nel settore privato convenzionato bisogna inoltre far notare che il parto cesareo dà un DRG più elevato, quindi c’è un maggiore rimborso da parte del Sistema Sanitario Nazionale. Insomma…una vera pacchia! Ma sulla nostra pancia!
  • PARTOANALGESIA In Italia è praticata nel 15% degli ospedali, a fronte del 70% di Francia e Stati Uniti. Ci riferiamo ovviamente all’analgesia del parto che avviene per le vie naturali.
  • NUMERO DEI PUNTI NASCITA Il numero dei reparti di Ostetricia fu stabilito nell’epoca del baby-boom, quindi nelle attuali situazioni di natalità il numero in Italia è in effetti spropositato. Marino fa notare che c’è un decreto ministeriale del 2000 che prevede il taglio dei punti-nascita con un numero inferiore ai 500 parti all’anno.
Oltre a necessità economiche, tale taglio troverebbe la sua ragion d’essere, anche con le esigenze di professionalità sempre più elevate, visto il grande numero di “partorienti attempate”, cioè di età superiore ai 35 anni e quindi a maggior rischio di complicanze. Solo i reparti con larga esperienza sono in grado di fornire le professionalità più avanzate in caso di complicanze legate al parto.