domenica 19 dicembre 2010

venerdì 17 dicembre 2010

RIMINI VIETA LA PUBBLICITA' SESSISTA

Qualcosa si muove nello scenario italiano, e questa volta a favore delle donne. Dopo la Belen giudicata  troppo sexy per Tim, ora Rimini mette al bando le pubblicità sessiste. Il Consiglio Provinciale di Rimini nel mezzo della discussione di bilancio, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno per «la moratoria delle pubblicità lesive della dignità della donna e contro l'uso di stereotipi femminili»,  presentato da Leonina Grossi, Pd, consigliera delegata alle Pari Opportunità. 
Un segnale positivo che fa pensare a un'inversione di marcia nel modo di pensare alla donna. 
 
Le prime iniziative politiche sono avvenute in Parlamento Europeo nel 2008, dove la proposta della parlamentare svedese Eva Britt Svensson di porre fine alla pubblicità sessista ritenuta degradante per le donne e di premiare quelle che valorizzano il loro ruolo nella società, è stata approvata a larga maggioranza. La proposta evidenziava l'aumento delle pubblicità e dei programmi televisivi che favoriscono l'anoressia con corpi magri e perfetti e pubblicità che istigavano alla violenza sessuale. La proposta ha analizzato la situazione femminile in Europa ottenendo risultati poco incoraggianti. L'aumento delle violenze sessuali e delle donne vittime della tratta, spesso anche minorenni, sarebbero conseguenza della tendenza di vedere le donne alla stregua di oggetti sessuali e di vere e proprie pubblicità che alludono allo stupro

giovedì 9 dicembre 2010

I FILMATI DELL'INCONTRO PUBBLICO, II PARTE


ESSERE DONNA NEL MODERNO MEDIOEVO ITALIANO i
In questo video vediamo la prima parte degli interventi: la rappresentante UDI di Genova Angela Cafani; quello della componente del Coordinamento Dott. Giovanna Baldassarre;  e quello dell'Assessore Provinciale Cristina Barabino.

Gli altri filmati sono raggiungibili seguendo i link sotto
Gli interventi della sindaca Roberta Guglielmi e di Alfredo schiavi
Gli interventi di Michela Gandolfo e Stefania Salesi
Conclusioni di Alberto Leiss
E infine, le conclusioni di Monica Lanfranco

L’Incontro si inserisce nell’ambito delle diverse iniziative che dal momento della
sua costituzione il Coordinamento ha messo in atto, motivato dall’urgenza di rendere più incisive ed efficaci anche nel nostro territorio le battaglie che a livello nazionale molti gruppi di donne hanno intrapreso per porre fine al fenomeno del sessismo mediatico che in Italia ha raggiunto livelli allarmanti. L’allarme nasce dalla consapevolezza dell’importante ruolo che quest’ultimo svolge nella diffusione di quei modelli culturali che mantengono la donna in condizioni di inferiorità in vari settori della vita sociale e che sono altresì causa di tante forme di sfruttamento e violenza, situazioni queste che vedono l’Italia agli ultimi posti della classifica internazionale, tanto da essere collocata al 67esimo posto (dopo Uganda, Namibia, Kazakistan e Sri Lanka), su 130 Paesi presi in considerazione, in un recente rapporto sulla discriminazione di genere realizzato dal World Economic Forum. Del resto la stessa Commissione del Parlamento Europeo per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere ha ammonito che il sessismo mediatico alimenta e consolida stereotipi di genere determinando un impatto negativo sulla parità. Mentre il Parlamento Europeo nel settembre del 2008 ha approvato una risoluzione con cui si invitano gli Stati membri a provvedere con idonei mezzi affinché il marketing e la pubblicità garantiscano il rispetto della dignità umana e dell'integrità della persona e non comportino discriminazioni di genere.

Nell’ambito di tali iniziative nel giugno di quest’anno il Coordinamento ha chiesto alle Amministrazioni Comunali della Provincia di Imperia di aderire alla campagna nazionale “città libere dalla pubblicità offensiva della dignità della donna”, promossa dal Coordinamento nazionale dell’UDI, nella convinzione che le istituzioni operanti sul territorio possono contribuire in modo determinante a sviluppare una cultura di rispetto della persona.

Con l’incontro “Essere donna nel moderno medioevo italiano” il Coordinamento ha voluto invitare istituzioni, altre associazioni nonché singole donne e uomini di tutte le età a ragionare insieme su queste problematiche.
Il dibattito, molto animato e preceduto dalla proiezione dello scioccante video “se questa è una donna” di Elisa Giomi e Daniela Pitti, è stato introdotto dalle relazioni dense di notevoli spunti di riflessione di Monica Lanfranco, giornalista e autrice del libro”Letteralmente femminista” e di Alberto Leiss, giornalista ed autore, insieme a Letizia Paolozzi, del saggio “La paura degli uomini. Maschi e femmine nella crisi della politica”. Raffaella Rognoni, componente del coordinamento e Consigliera di parità supplente ha quindi illustrato i risultati del  sondaggio relativo alle considerazioni sul sessismo mediatico nella nostra provincia, indetto dal Coordinamento nel marzo scorso.
L’incontro, moderato dalla Consigliera Comunale di Sanremo e componente del Coordinamento Daniela Cassini, ha visto la partecipazione, tra gli altri, dell’Assessora provinciale alle Politiche del Lavoro e alle Pari Opportunità Cristina Barabino, della Consigliera  Provinciale di parità Laura Amoretti, di rappresentati dell’UDI regionale e di esponenti delle Amministrazioni comunali della nostra Provincia.
In sala alcune foto della mostra fotografica realizzata da  Anna Maria Matone e Piero Astraldi davano testimonianza delle forme di mercificazione e di violenza di cui sono vittime le donne oggi in Italia.

Lo scopo dell’iniziativa e dell’attività che il Coordinamento ha messo e intende mettere in atto è quello di partire dall’analisi del presente per promuovere un cambiamento nel futuro attraverso un lavoro di sensibilizzazione, di monitoraggio ed altresì di studio per proporre e sostenere l’avvio di nuovi strumenti anche normativi che ci mettano alla pari degli altri paesi europei.

domenica 28 novembre 2010

I FILMATI DI ESSERE DONNA NEL MODERNO MEDIOEVO ITALIANO prima parte


Un pomeriggio molto animato e affollato. Notevoli gli spunti di riflessione e altrettanto notevoli  i contributi degli ospiti Monica Lanfranco e Alberto Leiss. Abbiamo messo on line i video relativi alla prima parte dell'incontro. Qui è riportata l'introduzione all'evento da parte di Daniela Cassini, nei panni di moderatrice, e componente del Coordinamento Femminile della provincia di Imperia.
Gli altri video disponibili sono, nell'ordine di come si è svolto l'incontro, la prima parte dell'intervento di Monica Lanfranco quindi la seconda parte .
Daniela Cassini introduce poi Alberto Leiss prima parte, il suo intervento prosegue nella seconda parte e si conclude nella terza parte
Infine, componente del Coordinamento e Consigliera di parità supplente della provincia di Imperia, Raffaella Rognoni prima parte e la seconda parte
Nei prossimi giorni saranno disponibili anche i video del dibattito successivo ai contributi dei relatori.

giovedì 25 novembre 2010

Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne

Per dire basta alla violenza contro le donne e perché la Giornata Mondiale sia tutti i giorni. Per non chiudere gli occhi, per non tirarsi indietro, per non essere indifferenti! La violenza contro le donne esiste: esiste in famiglia, esiste nella quotidianità, esiste nel lavoro.  È un fenomeno più diffuso di quanto si pensi, che non si arresta, che non diminuisce e che a volte non è neanche riconosciuto!
Il 25 novembre è stato scelto come
Giornata internazionale contro la violenza sulle donne in memoria delle sorelle Mirabal.
Col soprannome di “Farfalle”, le tre sorelle nel 1960 animarono il movimento contro il regime del dittatore Trujillo nella Repubblica Dominicana. Il 25 novembre del 1960 Trujillo inviò alcuni uomini ad intercettare l’automobile su cui viaggiavano le sorelle, che furono strangolate e, dopo aver subito ripetute violenze, furono gettate, insieme alla propria auto, in un burrone per simulare un incidente. Trujillo credette di aver in tal modo risolto i propri problemi, ma non si rese conto della mobilitazione che si era creata contro di lui in seguito a questi fatti, nonostante la censura e la repressione. È una violenza che ha molte facce: possono essere uccisioni o stupri fatti fuori dalle mura domestiche, ma la maggior parte delle violenze avviene proprio all’interno del nucleo familiare o nei luoghi di lavoro.
I dati riguardanti le violenze subite dalle donne, forniti dall’Istat, sono allarmanti ed agghiaccianti: 7 milioni di donne fra i 16 e i 70 anni hanno subito almeno una volta nel corso della propria vita violenza fisica o sessuale. La violenza, oltre ad infliggere sofferenza ed umiliazione è anche la prima causa di morte tra le donne nel mondo.
  
 Perché il “25 novembre” sia tutto l’anno, per affrontare il problema, per difendere le donne, perché la violenza fatta ai loro danni è qualcosa che ci riguarda tutti! 
Federica Infante, Giovane Democratica

mercoledì 24 novembre 2010

L'ITALIA DEL BAGAGLINO



La Senatrice Roberta Pinotti, nell'incontro pubblico del 21 novembre presso la sede PD di Sanremo, fa alcune riflessioni sulla crisi politica italiana. Il quadro della donna discinta non da l'idea di un'umanità particolarmente edificante nè per il ruolo femminile nè per quello maschile che si diverte in questo modo, con persone a pagamento. Anche questo contribuisce all'allontanamento dalla politica da parte degli italiani che non si sentono rappresentati in questi contenuti fuorvianti

sabato 20 novembre 2010

Essere donna nel moderno medioevo italiano

Venerdì 26 novembre 2010, ore 17 alla Federazione Operaia di Sanremo in via Corradi 47
Un appuntamento importante  su un argomento che non riguarda solo le donne ma che si pone come malessere di un tessuto sociale, sempre più distante dai bisogni individuali e sempre più agguerrito nel calpestarne diritti e dignità.
Questo incontro è frutto di una grande partecipazione e soldarietà fra i gruppi e le associazioni di donne di tutta la provincia di Imperia. C'è voglia di comunicare, di chiedirsi come e cosa sta succedendo, trovare risposte e provare a dare soluzioni, darsi degli obiettivi, insomma parlarsi di persona e uscire dal fragile guscio che abbiamo interposto a protezione di quei valori imprescindibili che fanno parte del nostro bagaglio storico-culturale.
 Ci sarà Monica Lanfranco, giornalista e scrittrice. Il suo ultimo lavoro è "letteralmente femminista" e chi volesse leggere il primo capitolo del libro può farlo sul suo sito QUI
Alberto Leiss giornalista di L'Unità fino al 2000 ora free-lance; fa parte della rete "Maschile Plurale", uomini  preoccupati quanto le donne, sulla differenza di genere e sulla stigmatizzazione della donna. Il loro sito è interessante QUI
Letizia Paoluzzi giornalista di L'Unità fino al 2000. Ha scritto diversi saggi sull'informazione e sul femminismo. Insieme ad Alberto Leiss è nella redazione web di "DeA Donne e Altri" QUI
Coautrice insieme ad Alberto Leiss del libro "La paura degli uomini. Maschi e femmine nella crisi politica"

lunedì 15 novembre 2010

Affetto e solidarietà a Donatella Albano




COMUNICATO
Il Coordinamento Femminile della Provincia di Imperia, impegnato nella difesa della dignità della donna e della parità di genere, esprime tutto il suo appoggio e la sua solidarietà a Donatella Albano dell'associazione Penelope, componente del Coordinamento, che nel suo ruolo istituzionale di Consigliera comunale di Bordighera  combatte una coraggiosa battaglia contro la criminalità organizzata e per la legalità.  
Il suo impegno per una società rispettosa delle regole e dei valori di giustizia è la dimostrazione di un profondo senso civico a cui vorremmo fossero sempre ispirati gli atti di chi amministra la cosa pubblica.

domenica 14 novembre 2010

Sii bella e stai zitta. Perchè l'Italia di oggi offende le donne

Un incontro interessante Venerdì 19 novembre 2010 alle ore 17.00
Presso l'auditorium del Liceo Scientifico Vieusseux, in via Terre Bianche 1 a Imperia, avrè luogo l'incontro che vede Michela Marzano come protagonista. Docente all'Università di Parigi, Michela Marzano si occupa di filosofia morale e politica e, in modo particolare, del posto che occupa al giorno d'oggi l'essere umano, in quanto essere carnale.
L'analisi della fragilità della condizione umana rappresenta il punto di partenza delle sue ricerche e delle sue riflessioni filosofiche.
E' autrice di numerosi libri di cui l'ultimo è appunto "Sii bella e stai zitta. Perchè l'Italia di oggi offende le donne"

"Questo libro è un atto di resistenza. Di fronte alle offese e alle umiliazioni che subiscono oggi le donne in Italia, in quanto filosofa, ho sentito il dovere di abbandonare la torre d'avorio in cui si trincerano spesso gli intellettuali per spiegare le dinamiche di oppressione che imprigionano la donna italiana. Lo scopo è semplice: si tratta di dare a tutte coloro che lo desiderano gli strumenti critici necessari per rifiutare la sudditanza al potere maschile. Perché le donne continuano a cedere alla tentazione dei sensi di colpa e, per paura di essere considerate 'madri indegne', abbandonano ogni aspirazione professionale? Perché tante donne vengono giudicate 'fallite' o 'incomplete' quando non hanno figli? Perché molte adolescenti pensano che l'unico modo per avere successo nella vita sia 'essere belle e tacere'? Perché il corpo della donna continua a essere mercificato? Perché stiamo assistendo al ritorno di un'ideologia retrograda che vorrebbe spostare l'orologio indietro e rimettere in discussione le conquiste femminili degli anni Sessanta e Settanta? La filosofia è un'arma efficace e potente, l'unico strumento capace di aiutare le donne a riappropriarsi della propria vita e non permettere più a nessuno di umiliarle o zittirle." 
Con queste parole Michela Marzano spiega i motivi che l'hanno spinta a scrivere sull'argomento

venerdì 12 novembre 2010

La Repubblica del Pisello

Nel bel mezzo di una crisi che dilaga un po' in tutti i settori della società, ci si aspetterebbero segnali di ripristino o perlomeno provvedimenti atti ad arginare il tracollo annunciato. Ciò che fa notizia invece, sono sempre le vicissitudini legate al pisello del premier, i suoi vizi e le sue mancate virtù.
Le sue ministre con una carriera iniziata fra la velina e il calendario sexy, confermano il ruolo assegnato alla donna in questa strana repubblica: il dopolavoro per il piacere del pisello. Tutto ciò che riconduce a tale piacere è giustificabile.
L'incredibile politica fallocratica odierna ci riporta agli Imperatori dell'antica Roma dove il pene eretto era simbolo di potere e spesso le dimensioni e la forma agevolavano la carriera militare. Era anche un amuleto contro il malocchio (da qui il "toccarsi" in segno scaramantico).
Arrivati a questo punto , ci si augura un'uscita di scena di questa politica da età imperiale perchè è necessario ridare contemporaneità e dignità non solo al ruolo della donna ma anche a quello della legalità. Urge riportare nel nostro Paese i valori democratici al centro della politica.
E speriamo che il gesto scaramantico di cui sopra, abbia perso la sua efficacia nei confronti dei politici in caduta libera. Forse il crollo a Pompei annuncia la caduta dell'Impero

mercoledì 10 novembre 2010

IL LAVORO FAMILIARE E' A CARICO DELLE DONNE: dati ufficiali ISTAT

Lo ha comunicato ufficialmente l'Istat, che ha anche fornito delle cifre riferite al biennio 2008-2009: il 76,2% dei compiti familiari è a carico delle donne. Una percentuale poco più bassa di quella registrata nel 2002-2003 che era il 77,6%.
Secondo l'Istituto di statistica "persiste dunque una forte disuguaglianza di genere nella divisione del carico di lavoro familiare tra i partner". I livelli sono più bassi al Nord, mentre crescono nel Meridione. L'indice scende sotto il 70% solo nelle coppie settentrionali in cui lei lavora e non ci sono figli, e nelle coppie in cui la donna è una lavoratrice laureata.
In un giorno medio settimanale, quasi il 99% delle donne che vivono in coppia si occupa del lavoro familiare, mentre il 24,1% degli uomini non vi dedica nemmeno 10 minuti (e la percentuale sale ulteriormente al 31% se la donna non è occupata). Le attività di pulizia della casa impegnano l'82,7% delle occupate, mentre tra le non occupate la quota sale al 94,8%. Il cucinare è compito delle occupate nel 90,5% dei casi, e delle non occupate nel 97,8%. Curiosamente il dato "crolla" quando si parla di lavare e stirare: lo fa il 35,7% delle occupate e il 49,2% delle non occupate. Il 41,7% degli uomini cucina, il 31,4% pulisce la propria casa, il 29,9% fa la spesa, il 26,6% apparecchia e riordina la cucina. Quasi nessun uomo, invece, lava e stira i panni.

domenica 7 novembre 2010

SPAGNA: il cognome della madre al primo posto

 


La cultura "machista" ritenuta da molti caratteristica del temperamento dei paesi latini ammorba ormai solo l'Italia, frutto della compiacenza e della sonnolenza delle donne italiane.

Mentre le donne italiane sono mortficate dall'ennesimo e orgoglioso rigurgito sessista, il processo di emancipazione delle donne spagnole prosegue spedito. E' iniziata oggi infatti la discussione parlamentare di una legge secondo cui l'ordine dei cognomi assegnati alla nascita di un bambino (in Spagna un bambino prende il cognome di entrambi i genitori) non metterà più al primo posto quello del padre.
A meno di una specifica richiesta da parte dei genitori i due cognomi verranno attribuiti in ordine alfabetico. Una riforma dall'alto valore simbolico che in un certo senso sancisce la fine di una società che non troppo tempo fa era ancora fortemente patriarcale e "maschio-centrica".
La questione dell'uguaglianza di genere in Spagna è una cosa seria, non una bandierina sventolata solo in prossimità delle elezioni. E' stata una priorità nel governo Zapatero fin dal suo primo insediamento nel 2004.
Tra i primi provvedimenti del governo vi fu infatti la legge sulla violenza contro le donne, che non solo ha creato una grande rete di centri di accoglienza di donne vittime di maltrattamenti, ma ha anche investito moltissimo sulla prevenzione, supportando programmi educativi nelle scuole, vietando la pubblicità ove la donna venisse associata ad oggetti commerciali e regolamentando altri aspetti sulla comunicazione mediatica.
Un impegno confermato e rafforzato poi con la Legge sull'Uguaglianza del 2007, che si poneva obiettivi ambiziosi di parità sui luoghi di lavoro, nella pubblica amministrazione e in politica. Per non parlare poi dell'accurato bilanciamento tra uomini e donne nella formazione del governo e nell'assegnazione di numerose cariche e responsabilità politiche.
Tratto da La Stampa Irene Tinagli 05/11/2010

domenica 31 ottobre 2010

Ristabilire l'equilibrio fra obiettivi economici, ambientali e sociali. Mercedes Bresso

Mercedes Bresso è il Presidente in carica del Comitato delle Regioni, cioè dell'Assemblea dei rappresentanti regionali e locali dell'UE.

L'Europa ha bisogno di un'inversione di rotta rispetto al suo passato neoliberista, dichiara la Presidente del CdR in un discorso pronunciato giovedì 6 ottobre 2010. Occorre ristabilire l'equilibrio tra gli obiettivi economici, ambientali e sociali dell'Europa.
Mercedes Bresso ha sottolineato che sarebbe un errore pensare che la crescita economica conduca automaticamente allo sviluppo economico e sociale. "Bisognerebbe smettere di dare quasi sistematicamente la precedenza ai criteri economici su quelli umani, smettere di incoraggiare la mobilità se questa si traduce in un deterioramento delle condizioni di vita o dell'ambiente, smettere di accrescere il grado di sofisticazione dell'ingegneria finanziaria quando esistono delle possibilità per mobilitare il risparmio locale dei privati."
In un parere adottato nella sessione plenaria di questa settimana, il Comitato delle regioni chiede che il PIL pro capite cessi di essere l'unico criterio di assegnazione dei fondi strutturali e propone di utilizzare altri indicatori, con la creazione di un indice ambientale globale e la realizzazione di un'indagine sociale armonizzata, che offrirebbero un'immagine più precisa del "benessere" delle regioni e delle città europee.
"La strategia Europa 2020 è una risposta credibile alle molteplici sfide a cui l'Unione deve oggi far fronte, in particolare quelle della globalizzazione e della crisi. Essa però è ancora nettamente improntata al modello neoliberista che ha imperversato negli anni 2000, con i suoi danni collaterali sull'ambiente e sul clima del pianeta, l'aggravarsi delle disuguaglianze di reddito e dell'esclusione sociale e il deterioramento dei servizi pubblici. L'Europa e la futura politica regionale dell'UE dovrebbero attraversare il Rubicone e lasciarsi alle spalle il neoliberismo", ha aggiunto la Presidente del CdR.

venerdì 29 ottobre 2010

La Costituzione come strumento di democrazia

Gherardo Colombo è un ex magistrato che nel 2007, dopo una lunga esperienza, ha lasciato la magistratura proprio per dedicarsi a far conoscere in giro per l'Italia l'importanza della Costituzione ed il valore delle regole, andando a parlare nelle scuole, partecipando a pubblici convegni, a incontri con i cittadini.
 
Ci sembra che in un momento così difficile per la nostra società sia necessario riflettere tutti e tutte su "l'uguaglianza, il rispetto delle persone, delle regole, valori fondanti della Costituzione" (parole di G.Colombo).
 
Un invito, quindi, a partecipare mercoledì 3 novembre ore 21 presso il cinema teatro Don Bosco di Vallecrosia (IM)
 

domenica 24 ottobre 2010

La mercificazione del corpo


Servire il sushi sul corpo di ragazze nude. Questa la nuova moda che dagli USA sta sbarcando in Europa. Una pratica disapprovata in Giappone (luogo d'origine) e in uso solo in alcuni sexy club. Ora in Occidente in diversi ristoranti "di lusso", il corpo della donna diventa più che mai simbolo della mercificazione estrema ed esasperata.

Quando parliamo di mercificazione del corpo della donna, facciamo riferimento al fenomeno più generale della mercificazione dei valori in atto nella nostra società (globale) su cui si fonda l’attuale sistema economico neoliberista (quando il mercato è lasciato alla sua autoregolamentazione esso conosce solo il valore delle cose e non della persona, diceva Max Weber che non era certo comunista). 

Tale mercificazione di valori (che potremmo definire modello strutturale) è la causa del “particolare” contesto culturale e sociale in cui viviamo (e non viceversa) che si esprime attraverso il sessismo (mediatico o meno), la violenza ed altri fenomeni analoghi di degrado della persona umana (pensiamo al razzismo, allo sfruttamento commerciale sessuale infantile, alla tratta etc., ). Un dato contesto culturale e sociale non ha mai vita propria e non può essere lui la causa di qualcosa. 

Anche storicamente è sempre nato da scelte politiche ed economiche ben precise. Come sappiamo il fatto p.es. che le donne siano tra le vittime prescelte del (più ampio) sistema di discriminazioni nasce dalla loro debolezza economica e sociale dovuta al fatto di essere state sempre utilizzate come esercito di riserva della forza lavoro e quindi nei momenti di crisi espulse dal mercato del lavoro e perciò ulteriormente discriminate.

Purtroppo quando si discute di modelli culturali le analisi economiche restano tabù.

mercoledì 6 ottobre 2010

Il punto nascita a Sanremo


Il piano Regionale della Liguria prevede il taglio dei punti nascita con numero di parti inferiore a 1000, dando una bella ritoccata al decreto originale del 2000 (chiusura dei punti nascita al di sotto dei 500 parti all'anno). Tale taglio interessa anche la nostra ASL che vedrebbe ridotto ad uno solo il punto nascita della provincia (natalità del 2009 pari a  1517 nati, con 878 ad Imperia e 639 a Sanremo).
Certamente è facile capire il clima di ristrettezze economiche con la necessità di razionalizzare le risorse. Ma dall’altro lato possono esserci delle preoccupazioni per avere un reparto di Ostetricia distante 50 Km, distanza tra Ventimiglia ed Imperia, nella eventuale possibilità di unificazione ad Imperia.
Diciamo subito che l’unificazione delle due Ostetricie ospedaliere non è assolutamente certa, anche perchè un unico punta nascita in Provincia, con circa 1600 nascite all'anno, prevede uno sforzo organizzativo ed un investimento di risorse che attualmente la Regione non sarebbe in grado di fronteggiare.
Quindi la probabilità c'è, visto il nuovo Piano Sanitario Regionale, ma si tratta solo di uno scenario possibile.

Qualche buona notizia dal Reparto Ostetricia di Sanremo
Sotto la guida del nuovo Primario Sergio Abate la percentuale dei parti cesarei è scesa quest'anno di circa l'8% in meno, toccando la quota del 32% e scendendo al 26% per i parti  singoli (cioè non gemellari), a termine (cioè non prematuri) e con presentazione fisiologica del feto (cioè di testa).

La partoanalgesia è disponibile 24 h. su 24. Si tratta di una procedura che dovrà essere programmata con congruo anticipo.Il Reparto organizza mensilmente un incontro in Ospedale con la Capo Ostetrica, il Primario e il medico anestesista (il c.d. Percorso formativo) in cui viene dettagliatamente spiegata alle donne cosa è la partoanalgesia, cercando di traquillizzare le gravide sulla assoluta sicurezza della procedura. Per le donne interessate occorre telefonare alla Capo Ostetrica del Reparto ( tel. 0184 536039) e conoscere così le date degli incontri. 
Una nota dolente viene dalla attuale struttura architettonica del Reparto molto vetusta, e dalla mancanza di confort adeguato: stanze con tre o più letti, sprovviste di bagno e doccia. 
A breve ci sarà una radicale ristrutturazione del Reparto, ubicato al II piano del padiglione Borea. 
Durante i lavori la Divisione sarà sistemata temporaneamente al III piano dove sono già previste 6 camere a 2 letti e 2 camere a tre letti, tutte dotate di bagno e doccia, in attesa di una sistemazione definitiva.



domenica 3 ottobre 2010

Partorire in Italia, ovvero.. Sulla nostra pancia

I drammatici casi che si sono verificati nel mese scorso in alcuni reparti di Ostetricia in Italia hanno determinato degli angosciosi interrogativi su cosa significhi oggi partorire nelle strutture pubbliche e private e quali siano le criticità di tale settore sanitario.
La cosa ci riguarda da vicino, come cittadini e soprattutto come donne, per cui cercheremo di riportare dei dati e di analizzarli.
In un’intervista ai giornali L’Unità e Il Fatto Quotidiano , il Sen. Ignazio Marino ha cercato di analizzare la situazione dei punti nascita nel nostro paese.
Innanzitutto ci sono le cifre: 
  • da un’inchiesta dell’Istituto Superiore della Sanità emerge che la percentuale di mortalità materna correlata al parto è pari a 8 su centomila donne in Piemonte ed Emilia, mentre sale a 22 su centomila in Sicilia.
  • la percentuale di cesarei è aumentata in modo spropositato: nel 1980 i cesarei erano l’11% ,oggi 39% in media. In Campania addirittura il 62%. Ricordiamo che il limite di percentuale di cesarei raccomandato dall’OMS è del 15%. 
L’aumento dei tagli cesarei interessa in maniera ancora più marcato il settore sanitario privato.
Il parto cesareo è una procedura programmabile, rapida, che espone a meno rischi il personale sanitario. Nel settore privato convenzionato bisogna inoltre far notare che il parto cesareo dà un DRG più elevato, quindi c’è un maggiore rimborso da parte del Sistema Sanitario Nazionale. Insomma…una vera pacchia! Ma sulla nostra pancia!
  • PARTOANALGESIA In Italia è praticata nel 15% degli ospedali, a fronte del 70% di Francia e Stati Uniti. Ci riferiamo ovviamente all’analgesia del parto che avviene per le vie naturali.
  • NUMERO DEI PUNTI NASCITA Il numero dei reparti di Ostetricia fu stabilito nell’epoca del baby-boom, quindi nelle attuali situazioni di natalità il numero in Italia è in effetti spropositato. Marino fa notare che c’è un decreto ministeriale del 2000 che prevede il taglio dei punti-nascita con un numero inferiore ai 500 parti all’anno.
Oltre a necessità economiche, tale taglio troverebbe la sua ragion d’essere, anche con le esigenze di professionalità sempre più elevate, visto il grande numero di “partorienti attempate”, cioè di età superiore ai 35 anni e quindi a maggior rischio di complicanze. Solo i reparti con larga esperienza sono in grado di fornire le professionalità più avanzate in caso di complicanze legate al parto.

giovedì 30 settembre 2010

Ma quale donna?

Un video che mette in evidenza l'utilizzo del corpo femminile in una società che rinuncia alla dignità delle persone a favore dell' utilitarismo individuale

lunedì 27 settembre 2010

Ci vediamo al consultorio

        mercoledì 6 ottobre ore 21
      Sala Rossa del Palazzo del Parco di Bordighera
 
I consultori si occupano della salute sessuale e riproduttiva della donna, si occupano di procreazione responsabile, educazione sessuale, prevenzione dell'aborto.  
E di molte altre tematiche quali i rapporti interpersonali e familiari, la tutela della gravidanza, il sostegno alla coppia e alla genitorialità, il sostegno agli adolescenti ed ai giovani...
 
La legge 405 del 1975 che istituì i consultori fu una vittoria delle donne.
Rivitalizzare il consultorio vuol dire rimettere al centro le donne di oggi, le loro esigenze, i loro stili di vita.

“P.E.N.E.L.O.P.E. - Donne del Ponente per le Pari Opportunità” organizza un incontro pubblico con il dott. Giuseppe Trucchi (Direttore Struttura Complessa Attività Consultori) e con la dott.ssa Gloriana Negri (Caposala Distretto Sanitario Ventimiglia).
 
Approfondiremo i temi che ci interessano con domande e risposte.
 
Vi aspettiamo!

lunedì 20 settembre 2010

LE PUPE, IL SECCHIELLO E IL MALAFFARE

IL CASO DELLA CAMPAGNA PUBBLICITARIA “LE PUPE E IL SECCHIELLO” HA UN SEGUITO…A QUANTO PARE COMPARE ANCHE IL MALAFFARE.

Nella foto Lele Mora

Pubblichiamo al riguardo l’interpellanza delle consigliere e dei consiglieri di opposizione.


AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE

AL SINDACO del
COMUNE DI SANREMO


INTERROGAZIONE-INTERPELLANZA con richiesta di risposta scritta ai sensi del Regolamento del Consiglio Comunale.

OGGETTO: CAMPAGNA PUBBLICITARIA “LE PUPE E IL SECCHIELLO”, SANREMO PROMOTION.


La Giunta Comunale con verbale n.291 del 29.6.2010 ha approvato il progetto predisposto da Sanremo Promotion SpA in data 28.6.2010, relativo alla realizzazione delle azioni di comunicazione e promozione per lo sviluppo della “Riviera dei Fiori Terra del ciclismo (Parco Costiero) nonché per il rilancio del turismo balneare a Sanremo” finanziando un importo di spesa complessivo di €160.000,00.

La SpA Sanremo Promotion è proprietà del Comune di Sanremo per l’89% oltre ai Comuni di Taggia e Ospedaletti; i rapporti tra SpA e Comune di Sanremo sono disciplinati da una convenzione per l’affidamento della gestione di attività turistiche e promozionali; il Comune coordina l’attività della SpA e vigila sull’ottemperanza della Convenzione attraverso il proprio Servizio Turismo (delib. C.S. n.99 del 31.12.2008).

In conseguenza della delibera G.C. 291 del 29.6.2010, per la parte di “Ufficio stampa - campagna per la promozione dell’offerta balneare sanremese”, il 7.7.2010 l’Amministratore Unico di Sanremo Promotion Giorgio Giuffra firma un contratto con la Società LM PRODUCTION SRL con sede a Milano nella persona dell’Amministratore Signora Diana Mora.
Oggetto del contratto: gestione dei rapporti con la stampa per la visibilità alla città di Sanremo, realizzazione e diffusione di una campagna pubblicitaria a carattere nazionale (servizio fotografico) per la promozione del litorale sanremese. Tale campagna pubblicitaria decorre dal 12 luglio e termina il 30 settembre 2010.

Sulla base dei documenti richiesti e pervenuti, che si presumono esaustivi della pratica, emerge quanto segue.
Il compenso della Società è determinato in € 80.000,00 oltre IVA e quindi 96.000,00 che è pagato in questo modo:
40.000,00 + IVA al 15 luglio
20.000,00 + IVA entro 30 agosto
€ 20.000,00 + IVA al 30 settembre

Sanremo Promotion ha ulteriormente speso per affissioni  €.4.217,24 e per spedizione materiale € 565,92 con un costo totale dell’operazione di 100.783,16 (con IVA).


Oneri a carico LM Production:
-realizzazione materiale pubblicitario
-stampa manifesti in n° di 500 di misura 70cm x 100cm e in n° di 10 di misura 6m x 3m
-spostamenti per raggiungere il luogo della produzione, vitto, alloggio, vestiario, trattamento personale testimonial
Altri oneri a carico di Sanremo Promotion:
-costi, responsabilità e rischio per diffusione, affissione e autorizzazioni del materiale pubblicitario
-utilizzo strutture e attrezzature a disposizione di LM Production

Nel contratto è prevista l’acquisizione da parte della Società entro il 10.8.2010 di 2 pagine pubblicitarie su “ogni rivista tra quelle” elencate (eventualmente sostituibili con altre riviste): Donna+, Star TV, Novella 2000, Visto, Night Time.

Nel contratto viene stabilito altresì che le testimonial sono espressamente individuate da Sanremo Promotion nelle persone di : Lisandra Silva Rodriguez, Florina Marincea, Francesca Cipriani (punto 3.2 Contratto di affidamento).

Considerato che:

-la Società LM Production è costituita da appena 2 anni (maggio 2008), con un capitale sociale di €10.000,00 con una composizione societaria che vede allo stato dell’ultima verifica camerale una partecipazione al 50% di una Società lussemburghese denominata FEVA Investment (della quale non è possibile conoscere i soci) e per il 50% del Signor Andrea Carboni;

-il Presidente del CdA di LM Production (3 Consiglieri) è la Signora Mora Diana e un altro Consigliere è il Signor Mora Mirko, entrambi figli del più famoso Lele Mora della LM Management, recentemente dichiarata fallita dal Tribunale per un buco di 17 milioni di Euro (di cui almeno 3,3 milioni sono dovuti al fisco italiano);

-la FEVA Investment risulta altresì socia della citata LM Management, fallita;

-il sito della LM Management rimanda al sito della LM Production;

-tra le riviste individuate per l’acquisizione di spazi pubblicitari, ad una prima verifica risulta che : la Star Tv, introvabile in forma cartacea nelle nostre edicole da mesi, ha il proprio sito aggiornato fino al giugno 2010, ora messo in manutenzione; la rivista Night Time Magazine è nell’orbita della LM Management di Lele Mora, recentemente fallita, ha una struttura di distribuzione in franchising incontrollabile dal sito della rivista. Dallo stesso sito si apprende che eventuali contatti passano attraverso una Società di organizzazione eventi con sede in Repubblica di San Marino.
In via generale la scelta delle riviste individuate non pare rispondere a utili criteri di vendita e presenza sul territorio (dati ADS).

Tutto ciò premesso,
Si INTERROGA per conoscere:
1) circa la scelta della Società:
-se è stato presentato da LM Production un progetto nella parte artistica e nel conto economico per valutare preventivamente economicità, congruità, efficacia della proposta;
-se vi è stata pubblicità e/o selezione per la scelta del contraente ponendo in essere procedure di trasparenza, concorrenza e/o comparazione o se si tratta di un rapporto esclusivamente fiduciario;
-da chi è stata fatta la scelta della Società, su quali basi e quali criteri;
-come è stata valutata e “verificata l’effettiva competenza” del contraente per le finalità perseguite;

2) circa merito e modalità della campagna:
-da chi e come sono state scelte le riviste su cui comprare le pagine pubblicitarie;
-quante sono state le pagine acquisite definitivamente, su quali giornali, la loro diffusione, quando sono uscite e con quale costo singolarmente;
-chi per Sanremo Promotion ha scelto le testimonial indicate nel contratto, su quali presupposti;
-quale è stato il luogo di produzione della campagna, chi ne ha scelto l’immagine da veicolare;
-essendo campagna nazionale, come è stato definito il numero di 500 manifesti classici e 10 grande formato per coprire tutto il territorio italiano, dove sono stati affissi i manifesti e il relativo quantitativo e per quanto tempo;
-il costo per la Società del servizio fotografico, della stampa dei manifesti e dei flyer;
-numero e distribuzione dei flyer pubblicitari.

Nel contratto non vi è alcuna garanzia per il soggetto pubblico, soprattutto in ordine al fatto che i pagamenti avvengono con la prestazione in corso di svolgimento (in casi analoghi può essere prevista fideiussione o altra forma di tutela sul corretto adempimento degli oneri).


SI INTERPELLA altresì per sapere:


  • Se il Sindaco ha avuto conoscenza e condiviso questa iniziativa nelle specifiche modalità;

  • Se il Sindaco ritiene corretto in una linea di trasparenza che una partecipata del Comune di Sanremo operi con denaro pubblico con una Società i cui soci appaiono mascherati da una Società lussemburghese, stratagemma usato abitualmente per eludere il fisco italiano;

  • Se il Sindaco ritiene corretto operare con una Società i cui amministratori hanno elementi di vicinanza con il Signor Lele Mora, recentemente dichiarato fallito dal Tribunale per decine di milioni di Euro, e con Società collegate;

  • Se il Sindaco ritiene congruo alle finalità di campagna nazionale che la Società Sanremo Promotion abbia stipulato un contratto che prevede un numero di 500 manifesti classici (e 10 grande formato) per tutto il territorio italiano, quando solo per la città di Sanremo la copertura mediamente prevista è di n.100 manifesti; il contratto prevede anche la diffusione di flyer pubblicitari (volantini), ma non ne viene determinata la quantità né la diffusione;

  • Se il Sindaco ritiene corretto e utile l’aver individuato nel contratto alcune riviste per la campagna pubblicitaria in modo e numero quantomeno indefinito: la rivista Night Time Magazine, distribuita in franchising in luoghi non identificati (non valutata nei dati di vendite ADS), risulta emanazione della LM Management di Lele Mora, in evidente conflitto di interesse con gli amministratori della LM Production; la stessa rivista Star TV risulta di difficile reperimento nelle edicole e nel proprio sito (ora in manutenzione) compare come ultima copertina quella del giugno 2010 e come ultime news sempre il giugno 2010; Donna+ è una rivista nuova uscita nel giugno 2010; i complessivi livelli di vendite non paiono adeguati (dati ADS);

  • Se il Sindaco ritiene che, a fronte della situazione che emerge, il comportamento amministrativo e le scelte dell’Amministratore Unico Giuffra siano consoni e rispettosi degli indirizzi di “efficacia, efficienza e trasparenza dell’organizzazione” per i rappresentanti nominati dall’Amministrazione nelle Società partecipate stabiliti con la delibera di Consiglio Comunale n. 6/2009, considerato che “la nomina ha carattere fiduciario ed è rimessa alla discrezionalità e responsabilità amministrativa del Sindaco”.
15/9/10
FIRMATO I CONSIGLIERI COMUNALI
DANIELA CASSINI “UNITI PER SANREMO”
MASSIMO DONZELLA “PROGETTO PER SANREMO”
GORLERO – FARALDI – INFANTE – PREVOSTO “PD”
NOCITA EUGENIO “LA CITTA’ ONESTA”


mercoledì 15 settembre 2010

Fuori i razzisti dalla nostra provincia!

Coordinamento femminile della provincia di Imperia
 
"Porchi via, Raus, Kaput": scritte xenofobe sulla macelleria islamica che la famiglia della nostra amica Fatima con grandi sacrifici apre a Taggia.
 
Il Coordinamento Femminile della Provincia di Imperia, desidera manifestare la propria ferma condanna dell'episodio di intimidazione razzista che la famiglia di Fatima Arfaoui del direttivo di "Casa Africa-Associazione per le Donne e i Minori Immigrati-", associazione membro del coordinamento, ha subito la notte scorsa a Taggia.

Nell'esprimere tutta la sua solidarietà a Fatima e alla sua famiglia il coordinamento si unisce alla presa di posizione del sindaco di Taggia Vincenzo Genduso e di Costanza Florimonte, responsabile confederale di zona della Cgil, che hanno duramente stigmatizzato l'episodio.

Invitiamo tutte le istituzioni, le forze politiche e la società civile ad adoperarsi affinché la nostra provincia sia liberata dal cancro dell'odio razzista e  diventi un territorio di convivenza pacifica. 
 
 
Il coordinamento femminile della provincia di Imperia
A.I.F.O. , Associazione Italiana Amici di Raul Follereau, Gruppo di Imperia; Casa Africa, Associazione per le Donne e i Minori Immigrati-Imperia; C.I.D. Centro Iniziativa Donne-Sanremo; Comitato Cassandra-Imperia; Coordinamento donne CGIL- Imperia; Coordinamento donnePD-Sanremo; P.E.N.E.L.O.P.E, Donne del Ponente per le pari opportunità-Bordighera; Rosanna Menghetti, Centro per l’Impiego della Provincia di Imperia; Raffaella Rognoni, Consigliera di Parità supplente, Provincia di Imperia e Presidente regionale di Donne e Impresa


mercoledì 18 agosto 2010

lettera aperta delle donne nigeriane vittime di tratta alle donne italiane

Progetto la ragazza di Benin City Isoke Aikpitanyi

Lo squillo delle "squillo"
di Associazione vittime ed ex vittime della tratta


DONNE ITALIANE, SE A FERRAGOSTO IL CELLULARE DI VOSTRO MARITO SUONA, E’ UNA DI NOI, NIGERIANA, VITTIMA DELLA TRATTA A CHIAMARE. LUI E’ UNO DEI NOSTRI CLIENTI!
Oggi, 15 agosto 2010, noi, nigeriane, vittime della tratta, clandestine, prostitute, ricordiamo che LA TRATTA NON VA IN VACANZA.

Siamo in balia di almeno 10 mila maman che vivono in Italia e prendono i nostri soldi; loro non sono clandestine, non si prostituiscono. Un tempo erano come noi, ma ora no! Legate fra di loro, mettono insieme ingenti somme di denaro. Non è difficile: noi paghiamo a loro 50-60 mila euro e anche di più.

Noi rischiamo il fermo, l’arresto, l’invio in un CIE, il rimpatrio, loro NO, loro sono libere e, se qualcuna di noi le denuncia, loro se la cavano in fretta. Anzitutto perché sono legali, sono italiane, al massimo sono considerate colpevoli di favorire la nostra clandestinità, ma quanto a sfruttarci dicono che ci lasciano in mano parte dei nostri guadagni e si prendono solo i soldi per l’affitto, la luce, il gas, le spese di condominio.

Ognuna di loro ha tante donne e uomini che le aiutano e vivono alle nostre spalle. Le associazioni e le comunità del nostro paese sanno tutto, ma non dicono e non fanno niente. Neanche i pastori delle chiese nere fanno qualcosa, anzi, molti aiutano le maman.
E così anche oggi, per noi, è una giornata di “lavoro”. Sì perché, alla fin fine, siamo considerate e diventiamo soltanto delle prostitute. Ce n’è poco di “lavoro” in giro: oggi i bravi maschi italiani sono in ferie con le loro famiglie e con i loro figli. Dieci milioni di clienti in giro per l’Italia, c’è la crisi, ma loro vanno in vacanza lo stesso.
I più assidui sono passati da noi qualche giorno fa e ci hanno lasciato qualche soldo, chi venti, chi 25 euro, qualcuno addirittura 50, per il nostro “ferragosto”, così facciamo festa anche noi, magari un gelato, poi da lunedì torna tutto come prima.

Ma oggi noi li chiameremo ad uno ad uno questi nostri “clienti”, giusto uno squillo, tanto perché le loro mogli possano interrogarsi e chiedere “ma chi è che disturba anche oggi?” e i mariti siano costretti a far finta di niente. E se qualche donna vorrà verificare il numero che ha chiamato, beh! quello sarà il nostro “numero verde”, il numero di “Joy”, l’amore mio, la bellissima, la fighetta nera dei loro mariti. Siamo comunque qui, anche oggi in strada o nelle case, a disposizione dei maschi più disperati e soli e degli stranieri senza famiglia.

Oggi noi chiameremo al telefono anche tutti i numeri che ci sono stati dati dalle unità di strada, dagli operatori, dai clienti, dai preti, da persone di buona volontà con il suggerimento “chiama qui, vedrai che ti aiutano”. Non ci risponderà nessuno oggi, Ferragosto 2010, anche se la tratta non va in ferie, ma gli italiani sì, e anche le loro associazioni contro i trafficanti e i mafiosi.
Speriamo, allora, che i giornali, le radio, le tv trasformino questo nostro testo di protesta in una notizia di cronaca di questo Ferragosto italiano 2010.

Associazione vittime ed ex vittime della tratta - Progetto la ragazza di Benin City Isoke Aikpitanyi (346 7044126)





Sabato 14 Agosto,2010 Ore: 16:35

FESTA DEMOCRATICA DELLE DONNE

lunedì 9 agosto 2010

Penelope ti invita...SE PENELOPE PIANGE ULISSE NON RIDE



PUBBLICITA' REGRESSO

donne nude, poppe e cosce, i punti forti della pubbicità,
donne oggetto ad uso di marketing

ma i maschi vogliono proprio le donne così? ritengono che le donne siano solo corpo? ce ne parla Domenico Matarazzo del "Cerchio degli uomini";

e le nuove generazioni, le ragazze, vogliono questo modello di donna? ci faremo dire da una giovane studentessa universitaria quanto questo modello influenzi le loro scelte di istruzione e di carriera;

vogliamo ammettere che siamo di fronte ad un grave decadimento culturale a cui tutti ci dobbiamo ribellare e di cui anche la politica ha le sue colpe? cosa possono fare le istituzioni e cosa può fare la politica? ce ne parla Danila Ceva della Consulta Femminile Provinciale.

P.E.N.E.L.O.P.E Donne del ponente per le pari opportunità
www.pardonne.it

sabato 31 luglio 2010

Comunicato del Coordinamento Femminile della Provincia di Imperia


Con questo comunicato, inviato il 30 luglio alle redazioni di vari quotidiani, il Coordinamento Femminile della Provincia di Imperia prende posizione contro il messaggio pubblicitario, volgare e sessista, che dovrebbe rilanciare l'immagine turistica di Sanremo.

COORDINAMENTO FEMMINILE DELLA PROVINCIA DI IMPERIA

COMUNICATO

“Le pupe e il secchiello”, una pubblicità di cattivo gusto per un turismo di bassa qualità.

“Le pupe e il secchiello. Non è reality, è realtà”: tre pupe in succinti bikini e con seni desbordanti, ammiccanti e con atteggiamenti infantili destinati a sollecitare i pruriti di vecchi guardoni. E’ questo il cartellone pubblicitario ideato da un’agenzia pubblicitaria commissionata da Sanremo Promotion con i fondi del Comune per lanciare la nuova immagine turistica di Sanremo e che già molti siti di discussione hanno definito un vero e proprio insulto all’intelligenza e al buon gusto.

E’ stato scelto un messaggio semplicistico, per nulla innovativo e moderno anche dal punto di vista commerciale e comunicativo, e per di più attraverso un chiaro ed inequivocabile grossolano messaggio sessuale che ancora una volta fa mercimonio del corpo femminile spingendosi perfino ad evocare quello infantile.

Questo tipo di comunicazione, che si inserisce in una campagna pubblicitaria costata alla collettività ben 80.000 euro in un momento di crisi in cui la città langue e si tagliano i fondi per eventi di qualità, costituisce un insulto alle ricchezze del patrimonio naturale, artistico e culturale che Sanremo può invece offrire ai suoi visitatori e un’offesa a tutti quei cittadini che lavorano per mantenere alta la qualità della città e del suo turismo.

Per rispetto alla città di Sanremo chiediamo all’Amministrazione Comunale di qualificare la comunicazione sulla città evitando simili immagini stereotipate, banali e volgari, ma puntando sulle peculiarità e sull'identità sanremesi, cogliendo quindi l’occasione di promuovere tutte le bellezze di cui andare fieri.

IL Coordinamento Femminile della Provincia di Imperia

A.I.F.O. , Associazione Italiana Amici di Raul Follereau, Gruppo di Imperia; Casa Africa, Associazione per le Donne e i Minori Immigrati-Imperia; C.I.D. Centro Iniziativa Donne-Sanremo; Comitato Cassandra-Imperia; Coordinamento donne CGIL- Imperia; Coordinamento donnePD-Sanremo; P.E.N.E.L.O.P.E, Donne del Ponente per le pari opportunità-Bordighera; Consigliera Provinciale di Parità

venerdì 30 luglio 2010

Da "laRepubblica.it"


Doveva servire per promuovere la stagione balneare di Sanremo e rilanciare l'immagine turistica della città ligure. In realtà, per il momento, ha creato soltanto polemiche facendo arrabbiare il coordinamento femminile di Imperia. Si tratta di una pubblicità dal titolo "Le Pupe e il secchiello. Non è un reality, è realtà", raffigurante tre donne in bikini, ritratte in spiaggia. "Un vero e proprio insulto all'intelligenza e al buon gusto.", è la dura critica del coordinamento femminile, 'Un grossolano messaggio sessuale che ancora una volta fa mercimonio del corpo femminile

giovedì 29 luglio 2010

"I MONDIALI DEGLI UOMINI" una denuncia della rete maschileplurale

Maschileplurale è una rete di uomini, di diverso orientamento sessuale, appartenenti a gruppi formali ed informali, accomunati dall'impegno nella messa in discussione dei modelli tradizionali dell'"essere maschio", dalla ricerca di percorsi di libertà e dal ripensamento delle relazioni tra i sessi.

È presente a livello nazionale in molte città italiane.

www.maschileplurale.it

I MONDIALI DEGLI UOMINI

Vogliamo rivolgerci agli uomini, e in particolare a tutti gli uomini italiani che attendono con trepidazione l’inizio del campionato mondiale di calcio in Sudafrica.
Migliaia di ragazze africane strappate nei mesi scorsi alle loro case e alle loro famiglie con la violenza, o con l’inganno e il ricatto, vengono messe per strada dalle organizzazioni criminali nelle città sudafricane che ospiteranno nei prossimi giorni le partite del mondiale.
Si tratta di un impressionante traffico di esseri umani, provenienti dai paesi limitrofi al Sudafrica come il Mozambico, finalizzato allo sfruttamento forzato della prostituzione, dell’accattonaggio, della pedofilia e del turismo sessuale.
Come denunciano molte organizzazioni internazionali (U.E., Amnesty) fenomeni analoghi caratterizzano da alcuni anni tutti i grandi eventi sportivi internazionali. Si calcola che ben 40.000 ragazze, tra le quali molte minorenni, furono trasferite con la forza in Germania dai paesi dell’est-Europa in occasione dei mondiali di calcio del 2006.
Anche in Italia ogni anno molte ragazze africane, sud-americane, est-europee etc., arrivano sulle nostre strade come schiave. Il meccanismo è lo stesso: vengono minacciate di morte insieme alle loro famiglie e costrette a prostituirsi per pagare il debito contratto con chi aveva promesso loro l’illusione di un lavoro in un paese più ricco, e quando si rifiutano o, non potendone più, cercano di scappare, vengono picchiate e stuprate anche fino alla morte. Cinquecento sono state le donne, vittime di tratta, assassinate in dieci anni nel nostro Paese.
A milioni (4 secondo alcune statistiche, 10 secondo altre) noi maschi italiani continuiamo ad andare a puttane. Facciamo finta di non accorgerci che gran parte delle volte davanti a noi non c’è una persona che dispone liberamente del proprio corpo e della propria vita e che potrà spendersi quei soldi che le diamo come meglio crede, e così andiamo ad alimentare il mercato e il traffico di esseri umani, di organi, di armi e droga, rendendo sempre più violente e invivibili le nostre città e le nostre stesse vite. Un prezzo davvero troppo alto da pagare e far pagare!
Ma davvero disporre del corpo di una donna non libera è un’esperienza appagante? Davvero abbiamo una percezione così misera dei nostri corpi e della nostra sessualità? Siamo sicuri che solo con il denaro, il potere, la violenza possiamo ottenere quello che cerchiamo e desideriamo nella relazione con una donna (o un uomo o una trans) e con il suo (loro) corpo?
A chi andrà in Sudafrica per i mondiali o a chi pensa di festeggiare una notte magica di vittoria o sfogare la rabbia di una sconfitta con un vero e proprio stupro a pagamento nelle strade delle nostre città, a noi, agli uomini tutti, chiediamo di aprire gli occhi e vedere quali sono le condizioni di vita che spingono tante donne e uomini a fuggire dal proprio paese illudendosi di trovare fortuna in un paese più ricco e trovando, invece, troppo spesso l’orrore, lo sfruttamento, la disperazione, la morte.
A tutti vogliamo dire che si può andare in Sudafrica (o godersi il mondiale in TV o per strada) e tornare a casa alla fine di una giornata di lavoro, di una partita, di un viaggio, senza diventare criminali o complici di tutto questo. Semplicemente rimanendo umani.

Maschileplurale – giugno 2010

CAMPAGNA NAZIONALE CONTRO LA PUBBLICITA' SESSISTA

Coordinamento Femminile della Provincia di Imperia

coordinamentodonne.prov.impe...@gmail.com

18100 Imperia, Via Cascione, 86 (c/o Cespim)

Pubblichiamo il testo della lettera che il Coordinamento Femminile della Provincia di Imperia ha inviato ai Sindaci nonché alla componente femminile delle amministrazioni e dei consigli comunali di 36 Comuni della nostra provincia affinchè aderiscano alla campagna nazionale contro la pubblicità sessista.

L'iniziativa è stata comunicata alle redazioni locali.

Cari saluti a tutte.

La segreteria organizzativa

Oggetto: Richiesta di adesione dell'Amministrazione Comunale alla Campagna Nazionale

"città libere dalla pubblicità offensiva della dignità della donna".

PREMESSO

a.. Il Coordinamento femminile della provincia di Imperia, formatosi nel novembre 2009, è costituito da gruppi di donne che sono impegnate da tempo nelle tematiche riguardanti la parità di genere ed il pieno rispetto della dignità e dei diritti delle donne. Ad oggi ne sono parte Aifo, Casa Africa "Associazione per le Donne e i Minori immigrati, Centro Iniziativa Donne, Coordinamento donne Cgil, Comitato Cassandra, Coordinamento donnePD-Sanremo, P.E.N.E.L.OP.E "Donne del Ponente per le pari opportunità", e Consigliera Provinciale di Parità.

b.. Tra le battaglie del Coordinamento vi è in particolare la lotta alla mercificazione del corpo femminile e all'uso indiscriminato che del corpo delle donne vien fatto, nei media e nella pubblicità. Tale fenomeno svilisce la dignità e consolida quegli stereotipi di genere che mantengono la donna in condizioni di inferiorità in vari settori della vita sociale. Situazione quest'ultima che vede l'Italia agli ultimi posti della classifica internazionale, tanto da essere collocata al 67esimo posto, su 130 Paesi presi in considerazione, in un recente rapporto sulla discriminazione di genere realizzato dal World Economic Forum, dopo Uganda, Namibia, Kazakistan e Sri Lanka.

a.. La Commissione del Parlamento Europeo per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (relazione A6-0199/2008) ha evidenziato come la pubblicità sessista alimenti e consolidi stereotipi di genere determinando un impatto negativo sulla parità.

a.. Il Parlamento Europeo in data 3 settembre 2008, grazie alla mobilitazione di un gruppo di eurodeputate, ha quindi approvato la Risoluzione (2008/2038(INI) "sull'impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini" con cui si invitano gli Stati membri a provvedere con idonei mezzi affinché il marketing e la pubblicità garantiscano il rispetto della dignità umana e dell'integrità della persona e non comportino discriminazioni di genere.

b.. Recentemente il Coordinamento nazionale dell'UDI, Unione Donne in Italia, ha promosso la campagna nazionale "Città libere dalla pubblicità offensiva della dignità della donna" per interpellare comuni, province e regioni circa l'applicazione della predetta risoluzione.

c.. Sono già numerosi i Comuni in Italia che aderendo a tale campagna hanno deliberato di proibire l'affissione di pubblicità sessista sul loro territorio.

Tutto ciò premesso, confidando nella Sua sensibilità,

CHIEDIAMO

che la S.V. voglia adottare tutti i provvedimenti di Sua competenza che riterrà opportuni affinchè nel territorio del Suo Comune venga proibita l'affissione di cartelli pubblicitari che -utilizzando il corpo femminile- offendano la dignità della donna.

Restiamo a Sua disposizione per un eventuale incontro, o per ulteriori chiarimenti.

LETTERA APERTA DELLA SCRITTRICE ALBANESE ELVIRA DONES

Nessun commento superfluo, indipendentemente dall'orientamento
politico di ognuno

La scrittrice albanese Elvira Dones ha scritto questa lettera aperta
al
premier Silvio Berlusconi in merito alla battuta del Cavaliere sulle
"belle
ragazze albanesi". In visita a Tirana, durante l'incontro con Berisha,
il premier ha attaccato gli scafisti e ha chiesto più vigilanza
all'Albania. Poi ha aggiunto: "Faremo
eccezioni solo per chi porta belle ragazze".

Oggetto: Lettera aperta della scrittrice albanese Elvira Dones

"Egregio Signor Presidente del Consiglio, le scrivo su un giornale che
lei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il
suo disinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care:
"le belle ragazze albanesi". Mentre il premier del mio paese
d'origine, Sali Berisha, confermava l'impegno del suo esecutivo nella
lotta agli scafisti, lei ha puntualizzato che "per chi porta belle
ragazze possiamo fare un'eccezione."
Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine,
di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite da
Garbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle
loro vite violate, strozzate, devastate.

A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomaco una parola:
puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania e
trasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un
mese di stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci
italiani, le toccò piegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del
Lazio, della Liguria, e chissà quanti altri. E' solo allora - tre anni
più tardi - che le incisero la sua professione sulla pancia: così, per
gioco o per sfizio.Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un
rifiuto della società, non si innamorerà mai più, non diventerà mai
madre e nonna. Quel puttana sulla pancia le ha cancellato ogni barlume
di speranza e di fiducia nell'uomo, il massacro dei clienti e dei
protettori le ha distrutto l'utero.

Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con il
titolo “Sole bruciato”. Anni più tardi girai un documentario per la
tivù svizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava
Brunilda, suo padre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei.
Era un padre come tanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse
le figlie, rapite, mutilate, appese a testa in giù in macellerie
dismesse se osavano ribellarsi. Era un padre come lei, Presidente,
solo meno fortunato. E ancora oggi il padre di Brunilda non accetta
che sua figlia sia morta per sempre, affogata in mare o giustiziata in
qualche angolo di periferia. Lui continua a sperare, sogna il
miracolo.

E' una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare
sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le
spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere con lei.
Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio.
In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie queste
poche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile
transizione l'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con
le sue stesse mani, ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di
poter finalmente camminare a spalle dritte e testa alta. L'Albania non
ha più pazienza né comprensione per le umiliazioni gratuite. Credo che
se lei la smettesse di considerare i drammi umani come materiale per
battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da guadagnarci.

Questa "battuta" mi sembra sia passata sottotono in questi giorni in
cui infuria la polemica Bertolaso , ma si lega profondamente al
pensiero e alle azioni di uomini come Berlusconi e company, pensieri e
azioni in cui il rispetto per le donne é messo sotto i piedi ogni
giorno, azioni che non sono meno criminali di quelli che sfruttano le
ragazze albanesi, sono solo camuffate sotto gesti galanti o regali
costosi. Mi vergogno profondamente e chiedo scusa anch'io a tutte le
donne albanesi.

Merid Elvira Dones

Il mio secondo figlio? Un vizio da fuorigioco

Vi segnalo questo articolo su donne e maternità, donne e politica, ipocrisia
della politica, arretratezza sociale…. Sconfortante.


L'Unità 15 maggio 2010 di Emanuela Valentetutti

Non ero una velina e non ho fatto carriera orizzontale: quando sono entrata in Parlamento l’ho fatto, per così dire, sulle mie sole gambe. Mi ero allenata anni: la laurea in Scienze Politiche, il volontariato negli uffici stampa delle ong, poi i primi lavoretti, collaborazioni giornalistiche e piccole rubriche online. Un onorevole mi aveva notata. Non per le mie gambe né per la mia aria svampita: mi aveva notata perché ero brava, e lui aveva bisogno di una persona come me. Mi ha proposto un contratto a tempo indeterminato, e io ho accettato. Mi piaceva il mio lavoro, sprofondavo ogni mattina nella lettura dei bollettini di Camera e Senato, telefonavo e incontravo dirigenti e responsabili, scrivevo le interrogazioni che poi l’onorevole presentava in Aula.

Mi sentivo soddisfatta. Non credevo, o non volevo e non potevo credere, che un figlio potesse incidere tanto sul mio lavoro. Sette anni di esperienza, di crescita personale e professionale non possono (non dovrebbero) essere cancellati da un test di gravidanza. Una professionalità, la dedizione al lavoro, sette anni di corse la mattina e straordinari la sera, a volte la rinuncia alle vacanze, non possono (non dovrebbero) essere annullati dalla necessità di restare a casa qualche mese. Una persona non può (non dovrebbe) essere considerata socialmente morta come se, oltre che metaforicamente, donasse realmente la vita. Così mi sono sentita quando sono rientrata in ufficio.

Ero stata presente fino a quattro mesi prima, nonostante problemi di salute e la richiesta del ginecologo di restare a casa, e rientravo il giorno stesso in cui il mio bambino compiva il terzo mese. Lo lasciavo a casa con una babysitter sconosciuta, cui affidavo neonato e chiavi dell’appartamento e a cui devolvevo pari pari il mio stipendio. Al nido comunale non avevo diritto, per quello privato ero in lista d’attesa (non li prendono prima dei 6 mesi). Rientro e trovo la ragazza che io stessa avevo scelto per sostituirmi, seduta alla mia scrivania. Non c’è che dire, ha afferrato al volo il concetto “sostituzione”. Mi ritrovo in breve a fare le fotocopie, un giorno mi viene chiesto di ritirare in lavanderia il cappotto della moglie dell’onorevole. Piango ogni sera, ma sono ancora convinta di poter riguadagnare il mio posto, nonostante gli sguardi di rimprovero e nessun saluto ogni qualvolta decido di uscire due ore prima per usufruire del mio diritto di allattamento.

Mi convinco io stessa di essere in depressione post partum e proseguo imperterrita a fare fotocopie, qualche volta a colori. Fino a quando non annuncio di essere di nuovo incinta. Licenziata. Contratto a tempo indeterminato? Tutta la mia bravura e professionalità avevano una terribile falla: in sette anni di lobby e traffici dentro e attorno al Parlamento non mi ero soffermata un attimo a riflettere che, per quanto brava, non facevo parte della casta.

Trovo un altro datore di lavoro, diversa parte politica. Mi propongono di organizzare un convegno politicamente trasversale per discutere il problema donne e lavoro. Le promotrici sono tutte donne senza figli, vedo che non ne capiscono granché ma apprezzo l’impegno e l’altruismo. Grande successo, un appello sul web firmato pure dalla Littizetto. Brava, mi elogiano. Ho lavorato anche da casa, dopo aver fatto il bagnetto e messo a letto i miei piccoli. Penso che in fondo questo paese ha ancora una speranza. «Siamo molto contenti» mi dicono i responsabili «ma sai qui noi abbiamo esigenze particolari, la domenica si fanno i banchetti per la raccolta firme e non esiste neppure il Natale.

Non è un posto di lavoro adatto per chi ha una famiglia, purtroppo è una scelta». «Scusate, ma allora il convegno, tutte quelle storie sul garantire stesse opportunità alle donne?». Beh, quello vale in altri posti di lavoro, non qui al partito. Ah. Mi chiedo perché a mio marito, padre dei miei stessi due figli, non abbiano mai fatto questo discorso. Mi chiedo cosa direbbe la Littizzetto se venisse a sapere che le hanno fatto firmare un appello ingannevole. Mi chiedo anche perché nello stesso partito c’è un condannato che ha diritto a farsi cascare la penna ogni giorno alle 5 per correre a casa in tempo per farsi trovare dalla pattuglia che controlla i suoi arresti domiciliari.

Per la gente che fa lavori normali, ha parenti normali e vorrebbe una vita normale, non c’è garanzia. Per una donna il rispetto dei propri diritti (o anche solo un generico rispetto, di questi tempi) non è più neanche un diritto e neppure una conquista, ma una rarissima magnanima elargizione di cui essere riconoscente. La ragazza che ha preso il mio posto quasi si scusa, mi dice che le dispiace. Non sono una femminista, una post femminista o l’aspirante mamma degli otto fratelli Bradford. Sono solo una donna che ha studiato le leggi e ha imparato che ci sono dei diritti e dei doveri, andrebbero rispettati.

Lettera aperta del coordinamento femminile della provincia di Imperia

N0 ALLA PUBBLICITÀ SESSISTA NEL NOSTRO TERRITORIO

Comunicato stampa del Coordinamento femminile della provincia di Imperia

Anche il Cordinamento femminile della provincia di Imperia si unisce alla protesta del gruppo "donne pensanti.net", già pubblicata dal quotidiano La Stampa, contro il cartellone pubblicitario di recente comparso sulla parete di uno stabilimento balneare a Sanremo.

Si tratta di una foto volgare che veicola un messaggio offensivo e svilente della dignità della donna, utilizzando la mercificazione del corpo femminile per veicolare un messaggio di tipo pubblicitario.

Ricordiamo a questo proposito che anche il Parlamento Europeo, in una sua Risoluzione sull'impatto del marketing e dalla pubblicità emanata il 3 settembre 2008, " invita il Consiglio, la Commissione e gli Stati membri a lanciare campagne di sensibilizzazione contro gli insulti a sfondo sessista o le immagini degradanti della donna e dell'uomo nella pubblicità e nel marketing ... ... considerando che messaggi pubblicitari degradanti basati sul genere e gli stereotipi di genere rappresentano ostacoli per una società moderna e paritaria...Ed inoltre " per evitare di perpetuare stereotipi di genere, occorre la partecipazione dell'intera società, in quanto si tratta di una responsabilità che dovrebbe essere condivisa tra tutti i soggetti"

Ci piace infine ricordare le parole del Presidente Giorgio Napolitano che in un recente convegno Donne in Tv e nei media ha affermato che "Uno stile di comunicazione che offende le donne ne può offrire contesto favorevole per atti di violenza",sottolineando la necessità improrogabile di"porre argine all'immagine di una donna ornamentale, vista come un bene di consumo, che ha alla base un evidente disprezzo della dignità femminile".

In conformità a questo appello del Parlamento Europeo e del nostro Presidente della Repubblica, intendiamo anche noi farci carico della responsabilità di combattere gli stereotipi sessisti ed offensivi, aderendo con i tanti altri gruppi femminili ad una campagna contro la pubblicità irrispettosa della dignità femminile.

Dichiariamo che la nostra prima iniziativa sarà quella di chiedere ai Comuni della nostra provincia di mettere in atto le azioni richieste dal Parlamento Europeo, in primis quella di non affiggere pubblicità a sfondo sessista che utilizzino il corpo femminile come messaggio pubblicitario.

Il Coordinamento Femminile Provincia di Imperia

AIFO, Casa Africa, Cgil, Cid, Comitato Cassandra, Donne PD, Penelope, Consigliera di Parità