venerdì 28 gennaio 2011

NON SEGUIAMO CHI NEGA FUTURO AI NOSTRI GIOVANI

Sessismo mediatico? Dal quotidiano della Confindustria arriva un suggerimento: il boicottaggio delle aziende ch fanno questo tipo di pubblicità è l'unica alternativa praticabile all'accettazione supina di un umiliante status quo.
 Roberto Perotti, il sole24ore 26 gennaio 2011
 
Ognuno dà il giudizio che vuole sulle nottate di Arcore. Ma un fatto è chiaro: molte, forse tutte le ragazze che vi hanno partecipato erano spinte dalla speranza di mettere un piede nel mondo dello spettacolo. La stessa speranza sta dietro la sorprendente posizione delle loro famiglie, che spesso le incoraggiavano ad accettare qualunque cosa pur di favorire quella carriera. Questa speranza è una misura della visione distorta del futuro che ormai attanaglia tante famiglie italiane. Per molte di esse la carriera nello spettacolo è un investimento più solido dell'istruzione. Ma è una chimera costosa, per le povere ragazze che ne sono vittime e per la società. Una su mille ci riesce; ma anche per coloro che ci riescono, la nozione di "carriera" si riduce tipicamente a qualche apparizione, un tempo a Drive in, oggi a Colorado.
Semplicemente, il ritorno economico da questo investimento è tra i più bassi che si possa immaginare. E i danni psicologici di lungo periodo, quando queste ragazze una volta usate si ritrovano senza né arte né parte, non sono quantificabili. Eppure, questo segnale sbagliato alimenta una fabbrica di sogni che deraglia ogni anno migliaia di giovani. È come se le famiglie fossero martellate da una pubblicità ingannevole, simile a quella che spinge milioni d'individui, molti dei quali indifesi, a gettare soldi nelle lotterie.

Ma non è solo un problema privato delle ragazze che cadono nella trappola. Questa fabbrica dei sogni ha effetti negativi su tutti i giovani. I programmi cui le poche fortunate partecipano, e le parti che sono costrette ad accettare, sono degradanti per loro e per le donne italiane, e danno un segnale sbagliato agli adolescenti. Alla tv italiana, a qualsiasi ora e su qualsiasi rete, non si può dare un risultato di calcio o presentare un quiz per famiglie se dietro il conduttore non c'è una ragazza rigorosamente seminuda e altrettanto rigorosamente zitta, o che memorizza al più una battuta pateticamente ammiccante.

Si può obiettare che le donne hanno diritto di fare e mostrare quello che vogliono in tv; vero, ma in paesi dove l'emancipazione delle donne è più avanzata, dove esse più facilmente raggiungono posizioni di rilievo nella cultura, nella politica e nel lavoro, una simile televisione è semplicemente inaccettabile. Gli stranieri restano spesso increduli davanti ai programmi della tv italiana, e si chiedono come le donne possano tollerarli. E qualche anno fa, la clip di una scena del programma per famiglie Domenica in, in cui due ragazze mimavano una scena lesbica, finì, senza ironia, su un sito porno americano. È sorprendente che si parli così poco dell'umiliazione continua cui sono sottoposte le donne e le adolescenti: forse perché si teme di passare per bacchettoni. Ma il risultato di questa sottocultura è un altro fenomeno di cui nessuno parla, l'"adultizzazione" forzata dell'adolescenza, compresa una sessualizzazione volgare e sottomessa. Anche di questo nessuno parla, forse anche perché vi partecipano allegramente tanti giornali, riviste, case di moda e stilisti politically correct.

Cosa si può fare? Se mai è esistito, il codice di autocontrollo chiaramente non ha funzionato; l'Agcom, l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, non può o non vuole intervenire efficacemente. L'unica soluzione è l'iniziativa dei consumatori, il boicottaggio delle aziende che fanno pubblicità in questi programmi.

Il boicottaggio è sempre pericoloso: qualcuno si deve ergere a giudice di cosa è accettabile e cosa no. Ma in casi come questi non vi sono alternative, e per fare la frittata bisogna rompere le uova. Il boicottaggio è anche difficile: spesso non si vedono i frutti, soprattutto all'inizio. Ma molti prodotti pubblicizzati in questi programmi sono di largo consumo, per famiglie o persone di tutte le età: le aziende che li producono non possono permettersi controversie. Basterà che un'azienda si ritiri e molte altre la seguiranno. Oggi la tecnologia per organizzare un boicottaggio è molto più efficace di una volta: il tam tam su Facebook o sui blog può mobilitare in un giorno centinaia di migliaia di persone. Il boicottaggio è l'unica alternativa praticabile all'accettazione supina di un umiliante status quo.

giovedì 27 gennaio 2011

A BERLUSCONI PIACE LA CARNE FRESCA

Iva Zanicchi lo definisce un benefattore a cui piace la carna fresca.
(GUARDA QUI)
Così le ragazze di Arcore vengono "mangiate" nella strenua difesa di un potere ostile al Paese. E con loro anche un pezzo di tutte le donne viene mangiato nel tentativo di far digerire alla politica  e al  popolo italianao anche questo ennesimo affronto alla dignità femminile.

Ma le famiglie sostengono le ragazze, le invitano a rendersi più visibili agli occhi del Vecchio, si informano su quanto sono riuscite a farsi dare fra una cena e l'altra, a volte le rimproverano per non essere abbastanza sfrontate. Le intercettazioni non lasciano dubbi sui risvolti familiari di questa vicenda squallida: si orientano le ragazze verso la scorciatoia del successo televisivo. Il mondo dello schermo illude e trascina nella follia della mercificazione del Tutto. Se ti vendi sei premiata e senza la cultura necessaria ad affrontare le situazioni difficili "il pezzo di carta" derivato da un diploma o da una laurea viene considerato zero.

Eppure non è sempre andata così. Ci sono stati anche i padri che hanno difeso la dignità della propria figlia
Ricordiamo il caso di Franca Viola del 1965. Filippo, lo spasimante respinto, la rapì e la violentò  per ottenere il matrimonio riparatore a norma di legge, come si usava a quei tempi in Sicilia.
Il padre nonostante le minacce e le pressioni subite, incoraggiò la figlia a sostenere la propria posizione , a rifiutare il matrimonio e a denunciare il suo rapitore.
Fu il primo caso di un NO che aprì da una parte un  lento cammino verso il cambiamento dei costumi e dell'emancipazione femminile in Sicilia, dall'altra aprì le porte del carcere per il rapitore che non poteva avvalersi del "matrimonio riparatore"

mercoledì 19 gennaio 2011

PRESIDENTE LIBERI L'ITALIA DA QUESTO IMBARAZZO


 
Le donne della segreteria del PD lanciano una mobilitazione nazionale, per chiedere il rispetto della dignità delle donne.
Ecco il testo della lettera aperta che le donne della Segreteria del Pd hanno scritto al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Firma anche tu la petizione QUI

Presidente,
ora basta. Si dimetta adesso. Liberi l’Italia dall’imbarazzo.
Lo spettacolo indecoroso che sta offrendo al mondo intero non è degno di un Paese civile.
Ciò a cui stiamo assistendo supera ogni limite, in un decadimento dei costumi e della morale pubblica, a cui pure ci aveva tristemente abituato, che oggi precipita all’estremo della prostituzione minorile.
E’ intollerabile che i suoi comportamenti la espongano all’accusa di essere il diretto protagonista ed impresario del set degradante che ci ha già propinato in decenni di trash televisivo.

Ed altrettanto intollerabile è che proprio lei, che a parole sbandiera il primato del merito e della famiglia, nei fatti cerchi solo un patetico acquisto di favori sessuali, riducendo le donne a merce e oggetto di scambio.
Le donne di questo Paese sono altro: sono talento, lavoro, impegno, fatica, bellezza, cuore, passione, dignità e serietà.
In nome della nostra dignità e serietà, esigiamo rispetto. Ora basta. Si dimetta. Liberi l’Italia da questo imbarazzo.

venerdì 14 gennaio 2011

UN PUBE AL MESE

UN PUBE AL MESE PER PUBBLICIZZARE LA CONCIA DELLE PELLI
L'originalità maschile non ha prezzo! La creatività di certi pubblicitari arriva sempre là dove non batte il sole. Questa volta è il caso di Oliviero Toscani a cui il "Consorzio Vera Pelle Italiana Conciata al Vegetale" ha commissionato un calendario. 
Ed ecco l'idea originale: 12 scatti al pube femminile. Lui afferma di avere fotografato "l'essenziale" e di essersi astenuto dalla volgarità. Ma quello che colpisce non è infatti la volgarità, bensì la piattezza culturale di chi lascia intendere che in quella "essenzialità" sia racchiusa una specie di magia artistica che solo il critico vero può svelare. Il tipico esempio dell'uomo pagliaccio che, se da una parte si atteggia ad artista, dall'altra si rivela per quello che pensa: "l'essenziale" è il pube femminile. Se c'è una donna attaccata al pube poco importa.
Il tutto è poi associato alla concia della pelle di un animale scuoiato, una violenza che si  trasferisce sulla donna, un allusione il cui risultato è ancora una volta deprimente per la poca sensibilità e per l'ignoranza che esprime. La foto pubblicata è un momento della presentazione del calendario e anch'essa allude a quanto appena detto.(quello chinato è Sgarbi, foto pubblicata da ANSA)
Pubblicitari, siate più originali e investite su nuove immagini, su una cultura nuova! Se nella pubblicità c'è un aspetto artistico, esprimetelo a favore di valori veri.

venerdì 7 gennaio 2011

GIU' LE MANI DALLE BAMBINE!

Bambine di 6 anni usate dalla rivista Vogue come modelle: ombretti, rossetti e tacchi a spillo. 
I piccoli corpi, atteggiati a donna fatale, sottintendono una disponibilità sessuale che è tipica solo degli adulti.
Il mondo vuoto della moda, che ha come unico contenuto il business, "crea" dei nuovi mostri sull'immagine femminile, quasi a sottolineare che la donna, e a quanto pare anche la bambina, è solo un gioco per la depravazione maschile.
Guardando queste immagini viene ancora da pensare che si sta promuovendo la cultura  della pedofilia, se da una parte infatti è considerata un crimine terribile, dall'altra si programma una società in cui gli atteggiamenti diventano ambigui e permissivi rispetto al crimine stesso. Si crea un conflitto nelle giovani generazioni che può mettere in atto meccanismi di difesa pericolosi e di cui abbiamo già avuto esempi. Si pensi all'anoressia, alla bulimia e ad altri atteggiamenti trasgressivi che sfociano comunque nell'annichilimento del sè, quando c'è un rifiuto o quando la propria immagine è tragicamente lontana dal target proposto.