venerdì 17 dicembre 2010

RIMINI VIETA LA PUBBLICITA' SESSISTA

Qualcosa si muove nello scenario italiano, e questa volta a favore delle donne. Dopo la Belen giudicata  troppo sexy per Tim, ora Rimini mette al bando le pubblicità sessiste. Il Consiglio Provinciale di Rimini nel mezzo della discussione di bilancio, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno per «la moratoria delle pubblicità lesive della dignità della donna e contro l'uso di stereotipi femminili»,  presentato da Leonina Grossi, Pd, consigliera delegata alle Pari Opportunità. 
Un segnale positivo che fa pensare a un'inversione di marcia nel modo di pensare alla donna. 
 
Le prime iniziative politiche sono avvenute in Parlamento Europeo nel 2008, dove la proposta della parlamentare svedese Eva Britt Svensson di porre fine alla pubblicità sessista ritenuta degradante per le donne e di premiare quelle che valorizzano il loro ruolo nella società, è stata approvata a larga maggioranza. La proposta evidenziava l'aumento delle pubblicità e dei programmi televisivi che favoriscono l'anoressia con corpi magri e perfetti e pubblicità che istigavano alla violenza sessuale. La proposta ha analizzato la situazione femminile in Europa ottenendo risultati poco incoraggianti. L'aumento delle violenze sessuali e delle donne vittime della tratta, spesso anche minorenni, sarebbero conseguenza della tendenza di vedere le donne alla stregua di oggetti sessuali e di vere e proprie pubblicità che alludono allo stupro

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