domenica 25 settembre 2011

DA P.E.N.E.L.O.P.E. UNA RIFLESSIONE SULLA MANOVRA FINANZIARIA



La manovra economica appena varata dal Governo si abbatte soprattutto su di noi!
L’ultima misura che ci riguarda è l’innalzamento dell’età pensionabile a sessantacinque anni. È una questione di parità tra uomini e donne, ci dicono: ma quale parità? Non esiste da noi!
Questo è solo uno strumento per fare cassa!
Noi non ci opponiamo alla richiesta dell’Europa sulla parità di età pensionabile. È legittima.
Ma il vero problema, prima, è la reale parità nel mondo del lavoro e nella società.

L’UE mira a una seria politica di parità di genere, e in molti Paesi Europei si sta attuando. Ma non da noi: riguardo al lavoro, le donne occupate in Italia sono il 46%, contro la media europea del 60%.
Il primo problema della crisi è la mancanza di lavoro, e per molte donne la perdita di lavoro: alcune costrette a lasciare il lavoro quando sono incinte (...le famose “dimissioni in bianco” già annullate dal Governo Prodi con legge poi cancellata da questo Governo ...), altre costrette a stare a casa per cure alla famiglia.
Perché, infatti, l’altro grande problema è che il lavoro di cura famigliare è addossato totalmente alle donne: gravissima è la carenza di politiche a supporto della conciliazione tra lavoro e famiglia!

L’ultima grande beffa da noi subita è una promessa del Governo già disattesa: aveva deciso di far confluire i risparmi derivati dall’allungamento dell’età pensionabile delle dipendenti statali (120 milioni di euro del 2010 e 242 milioni del 2011) in un Fondo strategico con il quale finanziare politiche e servizi di sostegno alla conciliazione e alla non autosufficienza; risparmi usati invece per cose molto diverse! E tutto questo passato sotto silenzio nell’informazione politica.

Ora ci si potrebbe almeno aspettare che, con tante nuove pensioni a sessantacinque anni delle lavoratrici del privato, i futuri risparmi prodotti andassero a rimpinguare di nuovo quel Fondo per un rafforzamento di servizi che incentivino il lavoro femminile... ma non se ne parla.
E la crisi ha determinato un impatto violento sulle donne anche con lo stravolgimento del welfare: i tagli alla sanità, ai servizi per gli anziani, agli asili, ecc.... ricadono tutti sul lavoro femminile. Dovremo tornare a essere gli ‘angeli del focolare’ e magari rinunciare anche alla pensione perché quelle non sono considerate ore di lavoro?
Basta! Chiediamo che sia messo nell’agenda politica non solo l’obiettivo della parità nelle pensioni, ma anzitutto quello della parità nel lavoro col proposito della condivisione del lavoro di cura.

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